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L’ Ecologia Profonda: legami di pensieri e movimenti

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Articolo di Guido Dalla Casa
Seganalato da Anna Libbi

Ecologia Profonda, decrescita, ecopsicologia, filosofie native. Un sottile filo connette paradigmi distanti nello spazio e nel tempo. Si tratta di culture della vita elaborate in diversi contesti per tornare all’armonia con i ritmi del pianeta e delle sue componenti. Guido Dalla Casa, teorico dell’ecologia profonda, traccia una rete di legami tra queste culture del cambiamento.

L’Ecologia Profonda (o Ecosofia) è un movimento filosofico e di pensiero, una visione del mondo a sfondo panteista che richiede un profondo rispetto per tutti gli esseri senzienti (e quindi anche gli ecosistemi) e per tutte le relazioni che li collegano fra loro e al mondo cosiddetto ‘inanimato’. Non assegna alla nostra specie un valore distaccato e particolare, ma la considera completamente parte della Natura. Vede la Terra come l’Organismo cui apparteniamo.

Il fondatore del movimento in Occidente è stato il filosofo norvegese Arne Naess, che usò il termine per la prima volta in un articolo del 1972 (The shallow and the deep).

Sono caratteristiche dell’Ecologia Profonda:
– Una visione sistemica del mondo, una filosofia non-dualista, il riconoscimento della sacralità della Terra e del diritto ad una vita degna per ogni essere senziente;
– La necessità di non spezzettare l’universale, di considerare l’aspetto sistemico globale e di evitare di cadere nei dualismi tipo mente-materia, Dio-il mondo, uomo natura e simili;
– L’idea che l’intero è più della somma delle sue parti. In una visione olistica si pone l’accento più sulle relazioni che sui singoli componenti.

L’ecologia è il sentimento profondo che ci dice che tutto è collegato, che non possiamo danneggiare una parte senza danneggiare il tutto, che facciamo parte di un unico Organismo (l’Ecosistema, o la Terra) insieme a tutti gli altri esseri viventi senzienti: il primo valore è il benessere dell’Ecosistema, da cui consegue anche quello dei componenti, e quindi il nostro.

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Written by enricolistico

17/01/2011 at 01:22

La rivoluzione spirituale di Giordano Bruno

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Giordano Bruno, filosofo geniale, cercò di aprire gli occhi degli uomini del suo tempo e del nostro tempo, anticipando i moti che scuotono l’anima di tutti noi…

Da sempre esistono esseri su questo pianeta che indicano la via per edificare un nuovo mondo, per aprire il cammino all’umanità verso una nuova aurora. Sono esseri di luce, accomunati dalla stessa forza, energia, marchiati dalla stessa solitudine. “Venuti troppo presto, nati postumi con la mente dinamite”, direbbe Nietzsche.

Giordano Bruno potrebbe davvero considerarsi antesignano notabile di questa specie chiamata indaco, giunta a edificare un nuovo mondo, un mondo di luce per esseri di luce che vedono e sentono con gli stessi occhi e la stessa mente sia gli universi visibili che quelli invisibili.

Un grande pensatore, arso vivo per il vizio di pensare, un filosofo di una modernità quasi inquietante, ma soprattutto un uomo fuori del comune, uno spirito folletto, fantasioso, originale. Ciò che trasmetteva non era solo un’immagine della vita ma un’emozione del mondo. Giordano Bruno era un grande: in lui albergava la conoscenza dei mondi paralleli, della metempsicosi, delle energie sottili… straordinario per quei tempi!

Il filosofo Umberto Galimberti con lucida analisi evidenzia tale divina follia di Bruno contrapposta alla scienza e anche alla religione, laddove follia va naturalmente ad indicare quella capacità di andare oltre il velo di Maya cogliendo commosse tangenze con l’Assoluto. In effetti Bruno è veramente un’occasione oggi per pensare “profondamente”, dove la profondità non è quella che connota il pensiero tecnico-scientifico da secoli imperante in Occidente: essa va ricercata nell’ inconscio della scienza stessa “che è a un tempo ciò da cui la scienza scaturisce e ciò che la scienza rimuove”.

Innegabili sono i miglioramenti che la scienza ha apportato alla vita dell’uomo occidentale, ma sotto l’aspetto della felicità, della ricerca di una pace interiore, di una quiete dell’anima in piena armonia con la natura e più ampiamente con il Tutto, risulta più difficile parlare di progresso.

Sembra quasi che la scienza abbia dislocato l’uomo dal suo habitat naturale – la fusione con la natura – facendolo sentire meno alienato di fronte a un computer che al cospetto di un tramonto. Allo stesso modo, la religione, per quanto antiscientifica possa sembrare (fides et ratio come un aut aut), ha sovente cercato il connubio con la ragione, con l’evidenza e la chiarezza del lumen naturale, perdendo in realtà la sua vera quidditas, la sua dimensione sacrale.

Per questo motivo Giordano Bruno fu messo al rogo: la sua “nova filosofia” non era né scientifica, né strettamente religiosa, in quanto si fondava sulla magia naturale, sulla “prisca Aegiptorum sapientia.” Bruno è infatti il vero sensitivo immerso nella fusis, convinto che si possano abbattere le barriere tra l’umano e il divino… niente è più positivo dello sfondamento dei limiti, dello spostare le pietre di confine per arrivare alla comprensione che l’uomo, la Natura e Dio sono la stessa cosa.

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Written by enricolistico

06/01/2011 at 10:34